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All IPCC definitions taken from Climate Change 2007: The Physical Science Basis. Working Group I Contribution to the Fourth Assessment Report of the Intergovernmental Panel on Climate Change, Annex I, Glossary, pp. 941-954. Cambridge University Press.

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E’ conseguenza della PDO- Pacific Decadal Oscillation

Che cosa dice la Scienza...

La PDO è caratterizzata da una oscillazione tra valori positivi e negativi e non manifesta alcun trend nel lungo periodo mentre la temperatura della atmosfera mostra un trend positivo nel lungo periodo. Quando la PDO ultimamente ha derivato verso una fase fredda le temperature globali erano circa 0.4 °C piu basse rispetto ad oggi. Il trend di lungo periodo del riscaldamento indica che l’energia totale del sistema climatico terrestre cresce a causa di uno squilibrio dell’energia.

Le argomentazioni degli scettici...

"La  Pacific Decadal Oscillation (PDO) è una configurazione della temperatura dell’Oceano Pacifico che dura 20-30 anni nella fase fredda o in quella calda.  Nel 1905 la PDO si è portata verso la fase calda. Nel 1946 si è spostata verso una fase frredda. Nel 1977 la PDO è tornata alla fase calda. Nel 1988 la PDO ha trascorso alcuni anni nella fase fredda. Notare che le fasi fredde sembrano coincidere con il periodi freddi del nostro clima (1946-1977) e le fasi calde con i periodi caldi del Clima del XX secolo (1905-1946 e 1977-1988)”(The Reference Frame)
  La (PDO), Pacific Decadal Oscillation, non presenta alcun trend, pertanto la PDO non è responsabile del trend del riscaldamento globale.

La PDO è un fenomeno climatico che si ritrova esclusivamente nel.Pacifico settentrionale ( contrariamente a El Niño che interessa per lo più la fascia tropicale del Pacifico). Presenta due fasi che generalmente si alternano: di solito con un tempo di permanenza piuttosto esteso (da un minimo di 10 anni ad un massimo di 40). Comunque non è insolito che questi lunghi periodi siano interrotti da intervalli che precedono il cambio di fase, con durata da 1 a 5 anni. Le fasi della PDO vengono chiamate: fase calda (valori positivi) e fase fredda (valori negativi).

Figura 1: valori mensili dell’indice della PDO: periodo inizio 1900-Maggio 2006. Fonte della figura: Climate Impacts Group

Quindi la prima cosa da tener presente è che, trattandosi di periodi di 20 o 30 anni, non si tratta di durata molto netta. Infatti una analisi della frequenza degli eventi non è che evidenzi granchè per un periodo ridotto. Incidentalmente nel 1999 si predisse che stavamo entrando in una fase fredda.
La seconda lezione che possiamo trarre dalla PDO è che, parlando di fase calda e di fase fredda, non è che stiamo citando molto più che aggettivi, cioè nessuna descrizione della caratteristica fisica del fenomeno. Come si nota nella Figura 2, la fase fredda della PDO è associata a basse temperature del mare in superficie lungo la costa del Pacifico in Nord America, ma il centro del Nord Pacifico si mantiene piuttosto caldo. Di conseguenza sembrerebbe che non ci sia niente di specifico nella PDO che possa causare cambiamenti delle temperature globali.

Figura 2: PDO fase calda (a sinistra) e fase fredda (a destra). Fonte della immagine: JISAO.

Purtuttavia, il Clima è sempre fonte di sorprese e, per essere sicuri, vogliamo andare a vedere in qual modo il cambio di fase della PDO si riflette nei trends del Clima? Nel 1905 la PDO si era portata in una fase calda mentre il riscaldamento globale aveva inizio. Nel 1946, la PDO si era portata nella fase fredda come le temperature di metà secolo XX. Nel 1977 la PDO di nuovo verso la fase calda in coincidenza con l’inizio del periodo attuale di riscaldamento globale. Possiamo attribuire alla PDO la prova della “pistola fumante”?  


Figura 3: indice della Pacific Decadal Oscillation (blu, University of Washington) versus Global Temperature Anomaly (in rosso - GISS Temp). I dati lisciati sono indicati dalle linee in blu e rosso più marcate, I trends sono indicati dalle due rette.

Sebbene la PDO sembri avere un certo grado di correlazione con le variazioni a breve termine della temperatura globale, la caratteristica che balza agli occhi nella Figura 3 è che i due trends , della PDO e della temperatura globale , appaiono indipendenti. Le oscillazioni della PDO negativa-positiva non evidenziano alcun trend. Al contrario la temperatura mostra un trend molto evidente. L’ultima volta che la PDO si è portata nella fase fredda, la temperatura globale era di circa 0.4°C inferiore a quella odierna.
Il trend di riscaldamento di lungo termine indica che l’energia totale nel sistema climatico terrestre sta aumentando. Ciò è dovuto ad uno squilibrio energetico, più energia è in arrivo di quanto ce n’è in uscita (Hansen 2005). Diversi sono i fattori che influiscono sul bilancio dell’energia della Terra. Un Sole particolarmente brillante fa aumentare la energia in arrivo. Gli aerosol atmosferici riflettono la radiazione solare e quindi fanno diminuire la radiazione in arrivo. I gas serra assorbono la radiazione IR in uscita e quindi riducono la quantità di energia che scappa verso lo spazio. Lo squilibrio energetico complessivo è espresso anche come il forcing netto, cioè la somma di tutti i vari forcings (- solare, aerosols, gas serra, etc). La Figura 4 confronta il forcing netto con la temperatura globale del XX secolo:

 

Figura 4:  forcing netto (in blu - NASA GISS) versus anomalia di temperatura globale al suolo e sugli oceani (in rosso - GISS Temp).

Quando si includono tutti i forcings, il forcing netto risulta in ottima correlazione con le temperature. Pertanto non c’è una singola “pistola fumante”. Dal momento che il nostro Clima continua ad assorbire più energia di quanta ne emetta, possiamo attenderci che il trend di riscaldamento di lungo termine continuerà con fluttuazioni di breve termine sovrapposte al trend generale. Questo è il punto di vista di Keenlyside 2008 che è anche condiviso dall’Hadley Centre. Quest’ultimo Centro  ha anche previsto che nei prossimi anni la variabilità intrinseca dell’andamento potrà essere in parte  mascherata dal segnale di riscaldamento antropogenico (Smith 2007).
Entrambe le previsioni sono frutto di modelli climatici di nuova generazione che includono anche la dinamica degli oceani ( sono sorpreso dal fatto che nessuno non li abbia già chiamati GCM 2.0). Questi nuovi modelli prevedono che mentre il riscaldamento rallenterà nei prossimi anni a causa della variabilità interna, successivamente il trend i riscaldamento di lungo termine riprenderà immutato-

Translation by lciattaglia, . View original English version.



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