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All IPCC definitions taken from Climate Change 2007: The Physical Science Basis. Working Group I Contribution to the Fourth Assessment Report of the Intergovernmental Panel on Climate Change, Annex I, Glossary, pp. 941-954. Cambridge University Press.

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L’inverno 2009-2010 è stato caratterizzato da ondate di freddo record

Che cosa dice la Scienza...

L’ondata di freddo verificatasi è dovuta ad una accentuata fase della Oscillazione Artica che ha causato basse temperature alle medie latitudini (in Europa-Asia e Nord America) ed un riscaldamento nelle regioni polari (Groenlandia ed Oceano Artico). Le regioni fredde e quelle calde nel complesso si compensano tanto è vero che sulla temperatura globale del pianeta si è prodotto un piccolo impatto.

Le argomentazioni degli scettici...

"Eminenti scienziati hanno sostenuto ieri che il grande freddo che avvolge la Gran Bretagna è l’inizio di un trend mondiale verso un mondo freddo, sfiando apertamente le teorie del riscaldamento globale. Essi dicono che il mondo è entrato in una fase fredda che porterà ad un brusco calo delle temperature che durerà 20 o 30 anni”(Daily Mail)
 

Dal Dicembre  2009 al Gennaio 2010 una fortissima ondata di gelo ha spazzato Eurasia, Inghilterra e parte del N. America. L’immagine più spettacolare e rappresentativa del fenomeno è una foto da satellite che rivela l’intera Gran Bretagna coperta di neve. Forse ciò significa che il riscaldamento globale si è fermato? Per stabilirlo, facciamo un passo indietro e osserviamo l’immagine al completo. Per cominciare qui sotto c’è una mappa della anomalia di temperatura dell’intero circolo artico e dintorni:

Figura 1: Mappa delle anomalie di temperatura del Dicembre 2009 a circa 1000 m di altezza nelle regioni a Nord del parallelo 30° N (NSIDC). Le aree in arancio e rosso corrispondono ad anomalie calde, le aree in blu e viola ad anomalie fredde

La zona Euro-asiatica ed il Nord America si trovano in condizioni di gelo molto insolite. Al contrario, la Groenlandia, la Siberia orientale e l’oceano Artico sono situate in condizioni di caldo insolito. Le regioni più calde (più di 7°C oltre la media) sono sul versante atlantico dell’Artico, compreso la Baia di Baffin e lo stretto di Davis. Non sorprende che la estensione del ghiaccio marino in queste zone era ben al sotto della media.
Questi forti contrasti termici sono conseguenti ad una forte fase negativa della Oscillazione Artica. La causa risiede nelle due opposte configurazioni bariche presenti nelle regioni polari e nelle medie latitudini. Nella fase negativa, le pressioni sono più alte del normale sull’Artico e più basse del normale alle medie latitudini. Nel dicembre 2009 l’indice della Oscillazione Artica era di 3.41, il valore più negativo almeno dal 1950. Notare il puntino blu in basso a destra rappresentante il valore del Dicembre 2009 nella Figura 2.

Figura 2: i puntini blu sono i valori mensili dell’Indice di Oscillazione Artica. La linea rossa rappresenta la media mobile di un anno (fonte Andrew Revkin, plotted by Ignatius Rigor).

Una visione anche più ampia la si ottiene dalla mappa globale delle anomalie di temperatura dell’ultima settimana di Dicembre 2009. Qui si nota che la maggior parte del pianeta si trova in una situazione di temperature più alte del normale, compreso NE degli USA, Canada, Africa settentrionale, Mediterraneo, e sudovest asiatico.

Figura 3: Mappa globale delle anomalie di temperatura, 26 Dicembre 2009- 1 Gennaio 2010 (Met Office).

La conclusione “il riscaldamento globale è terminato”, basata su un singolo episodio, è un altro esempio di pratica fuorviante in cui si  fa riferimento ad un solo pezzo del puzzle e si trascura il quadro complessivo. Roger Pielke jr adotta un approccio opposto nella valutazione della temperatura globale del Dicembre 2009 misurata da satellite. Malgrado il clima freddo a livello regionale, la temperatura globale non ha evidenziato una caduta drammatica nel Dicembre 2009, e quindi , conclude Pielke, (l’enfasi usata è sottolineata): “questi dati ci dimostrano perché la attenzione deve essere a scala regionale, in quanto ciò che avviene a scala globale non ci è molto utile per descrivere il tempo che ci riguarda personalmente”.

Dopo aver esaminato il quadro complessivo delle temperature globali , Pielke è portato a concludere che è preferibile focalizzarsi sui piccoli pezzi del puzzle anziché sul quadro complessivo. Meglio così, se la immagine complessiva non vi da la risposta che cercavate.

 


 
 

Translation by lciattaglia, . View original English version.



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